Dal poco che traspare dai contatti finora avuti ho rafforzato la convinzione che il vostro principale problema è quello di non aver sviluppato l’abitudine, per me fondamentale in ogni attività di progetto, di raccogliere informazioni e concetti dagli ambiti più disparati per elaborarli poi, con il ragionamento critico e la fantasia dell’improvvisazione, in idee e concetti inediti. Spesso vi mostrate “ansiosi” di sapere qualche pratica adatta a risolvere i problemi di design, cioè di progetto; non nascondo che molti insegnanti tendono a darvele, queste pratiche: non fidatevi. E’ paradossale che non vi siate accorti che per imparare queste cose basta aprire gli occhi e guardarsi intorno. E’ come se fra voi e il mondo ci fosse un velo opaco che solo il professore è in grado di squarciare. Imparare è soprattutto imparare ad apprendere e la tecnica è prevalentemente personale ed autocostruita. Io, nel migliore dei casi, posso svolgere il ruolo di traghettatore che aspetta i viandanti che hanno deciso di passare il fiume e gli chiedono un passaggio, esprimendo così la volontà di andare oltre. Dovere del traghettatore è accoglierli, curarsi della loro incolumità e depositarli infine sull’altra sponda. Non spetta a lui sapere quale strada vogliano prendere e neppure ne è responsabile. A lui spetta tornare sull’altra riva ed attendere altri viandanti.
Possibili suggerimenti di metodo:
1-Ridurre la propria fiducia negli strumenti dell’informatica. E’ risaputo che affidarsi allo schermo ed alla tastiera riduce al minimo, forse le elimina, le possibilità del cervello il quale è cresciuto nei millenni grazie all’interazione con le mani ed il resto del corpo.
2-Tenere un libretto di schizzi, appunti improvvisi, idee colte al volo da usare al momento opportuno.
3- Non stare solo a sentire ma, durante una lezione ex cathedra, cercare di fissarne i concetti in appunti scritti a mano, e in seguito rifletterci sopra.
4- Rivedere in seguito questi appunti per ricavarne considerazioni critiche e domande da esporre al docente, approfondimenti ed estensioni dei temi esposti.
5- Per progettare: usare solo in casi di necessità il computer ma privilegiare il disegno a mano libera e il modello solido.
6- Leggere, leggere, leggere e ancora leggere.
7- Guardare, guardare, guardare e ancora guardare. Non c’è idea che non provenga da un’idea precedente, non importa chi l’ha avuta, non è un peccato ma un merito copiare con intelligenza.
8- Muoversi, muoversi, muoversi per la salute della mente e del corpo. Nell’antichità s’insegnava passeggiando.
9- Rendersi conto che il corpo e la mente che possediamo li abbiamo avuti in dono per usarli al meglio.
10- Le cose, le idee, le iniziative più complesse nascono da cose, idee, iniziative semplici ed elementari.
11- Le idee nascono come battute di spirito e non rispondono a metodi e pratiche preconcette. E’ bene che le idee facciano sesso fra loro.
12- Non demordere mai. Ricordatevi di quando eravate infanti, piccoli, incapaci di provvedere a voi stessi nei bisogni più elementari, tutto era sconosciuto e pieno di pericoli mortali. Eppure, in queste evidenti condizioni d’inferiorità, avete imparato rapidamente a fare le cose più difficili come camminare, esprimersi con le parole, usare le mani, udire, provare emozioni e sentimenti. Lo avete fatto soprattutto giocando. E lo avete fatto usando le risorse del vostro cervello, senza usare maestri di scuola ma solo guardando, udendo, toccando, assaggiando e soprattutto stupendovi di fronte alla visione del mondo.
13- Avere dei modelli cui ispirarsi. Non importa quali, né che siano viventi o che facciano, o abbiano fatto, le vostre stesse cose.
di Gilberto Corretti
https://bau-house.blogspot.it/2017/05/ultime-forse-inutili-raccomandazioni.html