Togeta è un’esplorazione formale di design generativo. La sua morfogenesi pone le fondamenta sulla costituzione di un diagramma di Voronoi. Tramite la suddivisione piana (intesa 2d) di una superficie dotata di bordi e relativa disposizione di un dato insieme di punti, si potrà ricavare, da un metodo generativo piano, un sistema di forme tridimensionali fortemente legate tra loro per analogie morfologiche, volumetriche e interrelazionali nell’occupazione di uno spazio dato nel quale crescere simultaneamente. Difatti sulla crescita tridimensionale di ogni singola cella e sulla forma complessiva che assumerà l’intero una volta catalizzata la soluzione, grava molto il sistema integrato di relazioni di vicinanza e repulsione tra i centri generativi del diagramma e i loro prodotti, tale, da essere il protagonista dell’intera ricerca formale. La simultaneità di operazione dell’esperimento è un altro fattore rilevante nella genesi della forma. L’iniezione del composto nelle cavità ospitanti è un’operazione da eseguire contemporaneamente, abbassando tutti gli stantuffi delle siringhe piene insieme. Tra l’altro, così facendo, l’esperimento può servire come prova effettiva dell’applicazione di un diagramma di Voronoi nella divisione di uno spazio metrico (e relativa occupazione da parte dei corpi generati) non più solo oggetto di matematica astratta, ma di forma spaziale tangibile. Ultimo elemento costitutivo del design della procedura, è la gabbia massima che occuperà il sistema di forme, elemento che metterà in relazione tra loro le iniezioni di resina. La gabbia e la pressione esercitata sugli stantuffi delle siringhe vanno ad aggiungersi al sistema di relazioni del sistema. La simbiosi di tutti questi fattori infatti, tra diagramma, iniezione simultanea e gabbia costrittiva, permette la sintesi corretta della forma. Va inoltre ricordato, come si potrà vedere in seguito via illustrazione, che ogni elemento generato dalla griglia avrà responsabilità nell’enunciazione della forma dei suoi vicini, e loro stessi avranno rilevanza sia nella genesi del dato elemento, sia in quella degli altri. Potremmo dire infatti che la proximity relation di due elementi comunicanti è importante tanto quanto la relazione di uno dei due in collegamento indiretto con un’entità all’altro capo della griglia.

Struttura
Essendo design generativo, la forma non è generata direttamente da una serie di operazioni manuali come il taglio di un paio di forbici o la piega di un risvolto di carta, bensì da una procedura. Infatti come Nexus, l’atto di progettazione successivo allo sketch (dell’idea primitiva) della forma, riguarda la sequenza di operazioni da effettuare per ottenere una genesi indiretta. Spiegazione scarna ed incompleta, ci si può avviare alla
comprensione più rapidamente ripetendo in prima persona un esperimento di ricerca formale dove il ruolo delle mani è solo quello di costruttrici dell’apparecchio, o come direttrici di orchestra di una serie di operazioni da compiere progressivamente.

Materiale
Per la forma definitiva è stata impiegata una resina bicomponente 1:1 caratterizzata da una lenta catalizzazione, anche se in principio il materiale scelto per la composizione era la cera. Date le affinità di questi due materiali, per resa ed estetica, lo scambio non ha comportato modifiche sulla forma.

Sintesi
La sintesi delle unità del sistema avviene per iniezione della resina all’interno di palloncini disposti a caduta all’interno dei centri delle celle Voronoi divenuti fori sulla superficie decomposta. La sincronizzazione della pressione permette alle controparti 3d delle cellette del diagramma la genesi contemporanea. Per il perfezionamento, diretto (uso diretto delle mani), bisognerà aspettare la completa catalizzazione della resina (o l’essiccazione della cera) per poter effettuare un taglio sui gambi dei palloncini riempiti di resina e la successiva pulizia con della carta vetrata sottile, atta a smussare i bordi netti.

Anche essendo partita da un’idea ben chiara, la forma si è sviluppata di pari passo con la scoperta di nuove procedure per eseguirla. Quella presentata, è una semplificazione quasi ridotta all’osso (o al sasso, vista la somiglianza con le pebbles), frutto di un capovolgimento quasi totale del planning iniziale, non per un fallimento nella serie di esperimenti, ma per l’efficace collaborazione delle parti in causa.