Movimento in frequenza
Il ferrofluido è un liquido che si polarizza in presenza di un campo magnetico. Ciò significa che è possibile osservare come un magnete o anche un campo elettromagnetico possa influire sullo stato del ferrofluido e, più in particolare, sulla forma della sua superficie. Un comportamento analogo si ritrova nelle agitazioni dei fluidi non newtoniani, cioè quei fluidi la cui viscosità varia a seconda dello sforzo di taglio che viene applicato: maggiore è lo sforzo maggiore sarà la viscosità e la compattezza del fluido. Partendo da questo, Blobhertz combina le proprietà fisiche di questi particolari fluidi con l’energia cinetica delle vibrazioni sonore, congelando nel tempo determinati momenti per permettere di creare una tassellazione di deformazioni superficiali.
Ricostruzione digitale
Il primo passo da compiere per individuare le deformazioni più interessanti è quello di utilizzare un subwoofer ricoperto di pellicola trasparente. Il fluido non newtoniano andrà versato nella parte interna del subwoofer in modo tale che le onde sonore facciano vibrare la pellicola e di conseguenza il fluido. Il secondo passo prevede l’uso di uno scanner tridimensionale, che analizzerà i movimenti visualizzandoli in un ambiente virtuale, trasformando il tutto in forma di diagramma dove verranno tracciate istante per istante le variazioni delle distanze reciproche tra gli indicatori e permettendo così di monitorare il movimento. A questo punto gli esperimenti possibili sono infiniti in quanto si potrà analizzare il comportamento del fluido sottoponendolo a tutte le frequenze possibili.
La forma
Una volta avvenuta la creazione del modello, le sensazioni che Blobhertz comunica possono essere trasformate secondo tre fattori: il materiale di cui è composto, la trasparenza del materiale stesso e l’indice di rifrazione della luce sulla superficie. Le diverse combinazioni di questi tre elementi fanno si che la percezione delle curve e delle ombre che si vanno a formare tra un picco ed una depressione permettano di creare una tassellazione che muti in base alla luce e a personali scelte stilistiche.
Se si immagina Blobhertz come il medium per riuscire a toccare con mano le influenze delle frequenze sul fluido non newtoniano, allora esso può essere usato per creare superfici, e non solo, capace di catturare i momenti della musica. Per esempio, nella fase digitale, sottoponendo un certo brano e suddividendolo in segmenti è possibile andare a creare degli spazi in cui si può vedere e toccare realmente la musica.